Pianella

STORIA E ARTE   
I primi documenti storici che riguardano Pianella risalgono all'anno 1000 e precisamente all'anno 963 d.c., anno in cui Pandolfo, principe di Capua, decise la costruzione, sul tempio di Vesta, della Basilica di S. Maria Maggiore. Ma testimonianze autorevoli e i reperti litici, bronzei e ceramici ritrovati casualmente nel 1800-1900 fanno risalire le sue origini a molto prima del periodo medievale. Alcuni rinvenimenti di reperti risalenti al Neolitico suggeriscono la presenza nell'area di insediamenti umani già da quell'epoca. Sui resti della fortificazione Castrum Pianellae (poi Plenina o Plenilia) a 236 mt. s.l.m., tra i fiumi Tavo e Pescara, sorge l'attuale città di Pianella.Pianella ha avuto una lunga e travagliata storia di attacchi, distruzioni e devastazioni. Nei secoli fu invasa e devastata dai Saraceni, poi fu possedimento dei Normanni, degli Aquaviva, degli Orsini.

Nel 1458 Federico d'Aragona concesse alla città lo status di universitas, vale a dire una parziale indipendenza dal potere feudale. L'Università (l'amministrazione comunale, i municipalisti, la popolazione, gli abati e i canonici) poteva vendere, cedere beni, battere moneta, amministrare la giustizia senza l'assenso del re e senza pagare la colletta a S. Maria Maggiore.Nel 1514 la Regina Giovanna, la trista reyna, girò il regno con la figlia Giovanna II; quest'ultima venne a Pianella perdendo, secondo la leggenda, una pianella. La storiella della ciabatta fa pensare allo stemma del paese, posto sulla torre dell'orologio del convento di S. Domenico, in cui è rappresentata una pianella. Nel 1522 Penne e Pianella diventarono feudi di Margherita d'Austria Farnese (Duchessa di Parma) alla cui famiglia rimase fino all'eversione della feudalità.
Infine Ferdinando IV di Borbone assegna a Pianella il titolo di Città Regia. Il centro ha goduto nel seicento e nel settecento di notevole benessere economico come testimoniano i molti palazzi che portano il nome delle famiglie nobiliari dell'epoca: De Felice, Di Casale e Sabucchi, De Santis, Verrotti, Ferrara, Egizi, Babore. 
Del passato restano i settecenteschi palazzi De Felice e Sabucchi, la chiesa di S. Antonio (secolo XVI), le cappelle rionali di S. Leonardo, di S. Salvatore e di S. Maria ad Nives - tutte databili, almeno per le origini, al '300 - e il grande complesso monastico dei Carmelitani (secolo XVI).Pianella fonda la propria economia sull'attività contadina: celebre è il suo olio fruttato e di limpido sapore, ricavato dalla "dritta", varietà di oliva originaria dell'area vestina a maturazione medio-precoce. Anche la cultura popolare mantiene un assetto contadino e in questa dimensione, va letta la tradizione canora del Buongiorno.
Dell'agglomerato urbano fanno parte le due frazioni di Cerratina e Castellana, più otto contrade (Astignano, Colle Uomini Morti, Collecinciero, Santa Scolastica, Santa Maria della Nora, La Grotta, San Desiderio, Villa Micone).

CHIESA DI SANTA MARIA MAGGIORE XII SEC.                             
La chiesa, conosciuta anche come Sant’Angelo, rappresenta uno dei gioielli dell’architettura abruzzese medievale costruiti con mattoni invece che con blocchi di pietra, e vede nella vicina Santa Maria del Lago di Moscufo il suo più diretto termine di paragone. Se tuttavia in quest’ultima le decorazioni esterne sono in gran parte andate perdute, per la fragilità del mattone, qui a Pianella rappresentano elemento di meraviglia per il visitatore attento. 
 
La chiesa fu fondata tra la fine dell’XI secolo e gli inizi del successivo, e diverse bolle papali e privilegi imperiali che ne parlano fanno capire di quale splendore dovesse godere nel periodo immediatamente successivo alla sua apertura. Le tracce della chiesa più antica, in parte cancellate dalle modifiche subite nel corso dei secoli, sono evidenti nelle decorazioni della facciata. La tozza torre campanaria venne aggiunta in un secondo tempo stravolgendo l’aspetto originario, che rimane comunque splendido per la forte presenza visuale dell’abbinamento tra rosone e portale. 
 
Questi due elementi decorativi, magari sproporzionati rispetto alle dimensioni della facciata, nacquero dalla maestria creativa di un ignoto artista che fu stretto collaboratore di Maestro Acuto, l’autore del magnifico ambone che si trova all’interno. Lo sguardo attento dello studioso nota come il portale in pietra abbia decorazioni diverse sui due lati: quelle di sinistra risultano le più interessanti perché opera di uno scultore di nome “Vincavale”, che in altri luoghi abruzzesi come San Clemente a Casauria, Penne e Corvara diffonde il modello innovativo del “tralcio bombato” che lui stesso importa direttamente da Gerusalemme. Si legge così la storia affascinante di un artista di certo non abruzzese, il nome suggerisce infatti un’origine franca, che testimonia attraverso le sue opere l’esistenza di fervidi scambi artistici e culturali tra la nostra regione e il Medio Oriente.

PRINCIPALI MANIFESTAZIONI
Lu "Bbongiorne", come tradizione si svolge tra la notte di Pasqua e il Lunedì dell'Angelo, uno o più canterini, accompagnati da un'orchestrina si recano per le vie del paese e salutano con strofe in rima dal contenuto provocatorio ed ironico tutte le famiglie. La Rappresentazione Storica de lu Bbonngiorne del pomeriggio di pasqua, oltre ad anticipare e a far conoscere ad un più vasto pubblico la forma originale della manifestazione, viene arricchita dalla parodia di "S.Zelvestre" e da versi satirici che ci fanno riscoprire la poesia giullaresca e il teatro itinerante popolare usando un modello di "linguaggio" proprio tanto ricco e impreciso come quello dei giullari e attori "vagantes".
A Pianella l'ottava di Pasqua si svolgeva  la corsa dei cavalli. Essa si snodava lungo il percorso che dalla contrada di Santa Maria Allungo portava a Borgo Carmine.
Di questa tradizione se ne ha notizia fino al 1912.
Oggi no potendo, per ragioni tecniche e d organizzative, far rivivere quest'antiva tradizione, si svolge a ricordo della suddetta,  il Palio de "lu Bbongiorne". Un carro trainato da sei contradaioli si snoderà per circa 500mt. La contrada che impegherà meno tempo a percorrere tale tragitto si aggiudicherà il Palio de "lu Bbongiorne".
Tra i vari giochi popolari particolare significato riveste "Lu Joche de la Pianella d'ore" (Il gioco della pianella), in omaggio ad un'antica leggenda che vuole che la Regiona Giovanna, detta "la pazza", in visita a dei suoi possedimenti passando per l'agro pianellese perse una scarpetta (la pianella) da quest'avvenimento il nome della Città di Pianella. La pianella consiste nel trovare, nel minor tempo possibile, da parte di una squadra, la scarpetta giusta per la Regina.                   

INCANTI SOTTO LA LUNA

La manifestazione, proposta unitamente all'associazione Pro Loco, coinvolge tutto il centro storico della città e si tiene nel mese di agosto.
Attraverso questa iniziativa si intendono promuovere la cultura, le tradizioni, l'artigianato, le eccellenze enogastronomiche e le bellezze architettoniche e paesaggistiche del nostro territorio, con percorsi culturali ed enogastronomici.
Pianella è conosciuta e riconosciuta, anche al fuori del confine regionale, quale terra del buon cibo e del buon vivere; patria degli "arrosticini", ovvero spiedini di carne di pecora cotti sapientemente alla brace, ma anche di salumi, ottimi vini e, soprattutto, di olio extravergine d'oliva. Pianella, storica città dell'olio, è sede della d.o.p. aprutino-pescarese e del distretto agroalimentare dell'olio d'oliva d'abruzzo, prodotto principe che viene promosso anche attraverso degustazioni guidate e visite ai frantoi locali. Tra questi è possibile ammirare, nel cuore del centro storico, l' "Antico Trappeto", un frantoio perfettamente conservato che consente di fare un vero e proprio tuffo nel passato dal 1700 ai giorni nostri.
Ogni piazza prevede una tematica diversa e nel percorso il turista, grazie all'ausilio delle visite guidate, potrà ammirare anche le Chiese ed il palazzo della Cultura, all'interno del quale hanno sede un museo dell'artigianato ceramico abruzzese, la sede della d.o.p. Aprutino, la biblioteca comunale ed una esposizione permanente di cimeli che guidano il visitatore in un percorso tra gli eventi e le pagine più significative della storia pianellese.