Gravina in Puglia
Gravina in Puglia (Silvium in latino, Sidion in greco, Gravèin in dialetto gravinese) è un comune della provincia di Bari, in Puglia. E’ situato all’estrema propaggine dell’entroterra barese e delimita a sud-ovest il confine tra Puglia e Basilicata. Ha un’estensione territoriale di 381 chilometri quadrati che la configura come la 23ª città italiana per estensione territoriale.
Dal punto di vista orografico fa parte della Murgia occidentale, con altitudine media minima di metri 338 e massima di 672. Parte della città si estende sulle sponde di un crepaccio profondo anche più di 100 metri, scavato nella roccia calcarea dal torrente Gravina, affluente del Bradano, da cui prendono il nome le famose gravine della Murgia, in un territorio caratterizzato dalla presenza di numerose cavità carsiche, come la Gravina di Botromagno e il profondo Pulicchio di Gravina.
Il nome “Gravina” proviene dalle gravine: spaccature della crosta terrestre simili a canyon. Come scrive – entrando nel dettaglio - il prof. Giovanni Pacella nelle sue ricerche storiche, non è dato conoscere con certezza l’epoca o il secolo in cui sia sorta la città fondata tra gli anfratti rocciosi e misteriosi sul versante sinistro del burrone, come non si conosce il tempo in cui sia stato fissato alla stessa il nome di Gravina. In geologia il termine “gravina” sta ad indicare una depressione del terreno prodotta da erosione di acque e può essere accostato al tedesco “graben” (fossa) o ai termini prelatini “graba” (roccia) e “rava” (dirupo roccioso) o al “Bothros” greco. Il nome Gravina viene citato nel Chronicon di Romualdo Salernitano, arcivescovo di Salerno dal 1154 al 1181, in occasione della incursione operata dai saraceni nella città nel 976 dopo Cristo. Sul motto riportato sul gonfalone cittadino vi è scritto “Grana dat et vina” (trad.: “offre grano e vino”), attribuito alla città da Federico II del Sacro Romano Impero, il quale amava questa città tanto da definirla “giardino di delizie”.
Trovandosi alla confluenza di valli tra antica Peucezia e Lucania, non lontano da Daunia, Magna Grecia e Sannio, regioni storicamente più famose, si può supporre che la città di Gravina si sia affacciata alla storia tra VIII e VII secolo a.C., come testimoniano i reperti archeologici rinvenuti sul pianoro della collina di Botromagno e nella zona di Padre Eterno, così chiamata per la presenza in una grotta di affreschi bizantineggianti fatti risalire al XII secolo. Da segnalare l’esistenza di rapporti e, forse, di una fusione, con popolazioni magno – greche spostatesi nell’interno dopo la distruzione di Sibari (VI sec. A. C.). Ciò spiegherebbe il demotico ∑I Δ I N Ω N inciso sulle monete coniate in loco e la presenza di radici greche nel dialetto ancora oggi parlato.
Con la conquista di Roma la terra divenne un centro di rilievo sulla via Appia con il nome di Silvium o ad Silvianum e Silutum dei più noti itinerari antichi. Naturalmente con la caduta dell’Impero Romano (476 d.C.) la terra non fu immune dalle rovinose scorrerie di bande irregolari di barbari, che non distrussero completamente i centri abitati, ma ne ridussero le potenzialità economiche e culturali. E’ chiaro che molti continuarono a viverci, come testimonia la presenza di chiese rupestri sul versante destro del burrone. I cittadini più audaci si arrampicarono negli anfratti della sponda sinistra della gravina per dar vita ai quartieri di Fondovico e Piaggio.
Legata alla storia della regione subì asservimento ai longobardi, ai bizantini e diventò terra di conquista da parte dei saraceni. Dopo un lungo periodo di gravi difficoltà, la città si riprese con l’avvento dei normanni che, con il conte Umfrido d’Altavilla ebbe la cattedrale (XI secolo) e con Federico II il castello (XIII sec.). Dopo la sconfitta di Manfredi a Benevento (1266) passò agli angioini che, volendo affermare la cristianità, distrussero la sinagoga ebraica e cacciarono gli ebrei che rifiutarono il cristianesimo. Agli aragonesi si attribuisce la rinascita economica e culturale della città si attribuisce agli aragonesi che affidarono il ducato a Francesco Orsini (1425).
Grazie alla permanenza degli Orsini, per diversi secoli la città si arricchì di molti edifici, che poi sarebbero diventati monumenti insigni e unici - come il ponte-viadotto sul torrente “gravina”, la Chiesa di Santa Maria del Suffragio o del Purgatorio, la Fontana monumentale, il Palazzo Orsini in Piazza della Repubblica - ma soprattutto conobbe il personaggio più illustre della terra. Infatti, nel 1650 dal duca Ferdinando III Orsini d’Aragona e da Giovanna della Tolfa nacque Pier Francesco. Primogenito di questa prestigiosa famiglia, rinunciò ai fasti della corte ducale per abbracciare la vita monastica che nel 1724 lo portò al soglio Pontificio con il nome di papa Benedetto XIII.
In seguito, durante il periodo borbonico, aumentate le angherie e violati gli elementari diritti umani, Gravina contò molti rivoluzionari e patrioti, dal 1789 sino all’Unità d’Italia, con una “vendita” carbonara. Protagonista delle vicende storiche di fine Ottocento ed inizio Novecento, contribuì all’Unità d’Italia con patrioti e martiri delle Guerre d’indipendenza e della Prima guerra mondiale. Nella Villa comunale è stato dedicato loro un Monumento dei caduti. Durante la Seconda guerra mondiale, la città venne in parte danneggiata dai bombardamenti degli aerei tedeschi.
Gravina è oggi una città ricca di monumenti e chiese, che la rendono apprezzata dal punto di vista culturale, capace di offrire al visitatore un panorama davvero suggestivo grazie alle chiese rupestri e alle diverse opere d’arte, alla zona archeologica di Botromagno, alla valorizzazione dei prodotti tipici del settore agroalimentare, degli eventi sportivi, folkloristici e culturali, oltre che agli incantevoli scenari del suo paesaggio naturale il Parco dell’Alta Murgia ed il Bosco Difesa Grande, con i suoi 2.000 ettari uno dei più importanti complessi boscati dell’intera Puglia, situato a 6 km dal centro abitato di Gravina, nel medio bacino idrografico del fiume Bradano.
Per saperne di più sulla storia, sugli eventi, sulle risorse ambientali, su dove dormire e dove mangiare, si può visitare il sito internet www.iatgravina.it
Per informazioni:
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