Nicolosi

Il nome di Nicolosi probabilmente deriva dal monastero benedettino di San Nicolò l’Arena, eretto per volontà di Federico II d’Aragona e della moglie Eleonora d’Angiò, che ne promossero lo sviluppo culturale ed economico. Questo prestigio rese necessaria la presenza di Ferdinando II. L’estensione del territorio di Nicolosi andava da Barriera del Bosco a Catania fino al paese stesso, e durante il periodo fascista fu prolungata fino alla Casa Cantoniera, situata a 2.000 metri sul livello del mare.

Il 17 marzo 1861 Nicolosi divenne ufficialmente un comune del Regno d’Italia. Già allora il territorio ospitava due alberghi, che offrivano un soggiorno piacevole ai turisti dell’epoca.

Un momento cruciale nella storia di Nicolosi fu l’eruzione del 1886, che minacciò il paese. Per scongiurare il disastro, la preziosa reliquia del velo di Sant’Agata fu portata in processione, guidata dal Cardinale Dusmet. Qualche giorno dopo, fu processionato anche il fercolo di Sant’Antonio Abate. Miracolosamente, il 4 giugno dello stesso anno, la colata lavica si fermò a soli 327 metri dalle case del paese. Come segno di ringraziamento, i fedeli eressero due edicole votive in onore dei santi.

Nel Novecento, molti abitanti di Nicolosi sacrificarono la propria vita nei conflitti mondiali, rispondendo alla chiamata alle armi. Negli anni Cinquanta, l’introduzione dell’acqua potabile in tutte le abitazioni rappresentò un passo fondamentale per il progresso della comunità.

Dall’immediato dopoguerra, i pendii sudorientali dell’Etna divennero una meta di villeggiatura estiva per molti catanesi. Ancora oggi, Nicolosi è una destinazione turistica privilegiata, amata per il suo paesaggio incontaminato, le tradizioni secolari e la presenza di numerosi alberghi e ristoranti.

Dopo il 1560, i monaci abbandonarono Nicolosi a causa dei frequenti eventi vulcanici, trasferendosi nel monastero di San Nicolò l’Arena a Catania, fondato due anni prima. Nonostante ciò, la comunità nicolosita continuò a svilupparsi autonomamente, resistendo ai terremoti e alle avversità.

L’8 marzo 1669, una violenta eruzione vulcanica distrusse completamente Nicolosi. Questo evento portò alla formazione di due coni vulcanici, oggi noti come "Monti Rossi", e della "Grotta delle Palombe", scoperta nel 1823 dal celebre vulcanologo nicolosita Mario Gemmellaro. L’eruzione, durata fino all’11 luglio dello stesso anno, causò il trasferimento forzato della popolazione nei pressi di Misterbianco, in un nuovo insediamento chiamato Fenicia Moncada. Tuttavia, grazie alla tenacia dei nicolositi, il paese fu ricostruito nel luogo originario.

Nel XIX secolo, l’evento più significativo per Nicolosi, sia dal punto di vista economico che urbanistico, fu la realizzazione dell’asse stradale oggi conosciuto come via Etnea, un tempo denominata Strada Regia o Ferdinandea, in onore del re.

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