2022
lunedì
dicembre
19

Buon Natale da Cittaslow, "per ritrovare l’equilibrio perduto”

Orvieto

Un volo di gabbiani telecomandati

E una spiaggia di conchiglie morte
Nella notte una stella di acciaio
Confonde il marinaio

Strisce bianche nel cielo azzurro
Per incantare e far sognare i bambini
La luna è piena di bandiere senza vento
Che fatica essere uomini

Partirà, la nave partirà
Dove arriverà, questo non si sa
Sarà come l'Arca di Noè
Il cane, il gatto, io e te

Un toro è disteso sulla sabbia
E il suo cuore perde cherosene
A ogni curva un cavallo di latta
Distrugge il cavaliere

Terra e mare, polvere bianca
Una città si è perduta nel deserto
La casa è vuota, non aspetta più nessuno
Che fatica essere uomini

Partirà, la nave partirà
Dove arriverà, questo non si sa
Sarà come l'Arca di Noè
Il cane, il gatto, io e te

Partirà, la nave partirà
Dove arriverà, questo non si sa
Sarà come l'Arca di Noè
Il cane, il gatto, io e te 

 

Nei versi di  Sergio Endrigo troviamo tracce dell'angoscia contemporanea già avvertita da  Blaise Pascal di fronte all'avvento del meccanicismo e alla distruzione dell'ambiente, quello naturale e quello sociale: la “nave che va” echeggia altre barche con esuli e migranti che in ogni parte del mondo devono lasciare vuote le loro case. Il cantautore scrisse la canzone nel 1970 ma molti poeti e scrittori, tra cui Jaufré Rudel e Garcia Lorca, stavano già lanciando l'allarme sulla crisi ambientale, economica, sociale, prima del Club di Roma e del MIT sui limiti allo sviluppo.... I cosiddetti "cambiamenti climatici" non sono che l'ultima conseguenza di quell'epocale processo di veloce autodistruzione che le comunità Cittaslow di tutto il mondo cercano di invertire con passi concreti e impegno quotidiano.

Il toro abbandonato sulla sabbia ricorda il cavallo stremato di Eugenio Montale…,  e la trasformazione del sangue in kerosene è l'ennesima conferma del degrado avvenuto a danno degli esseri viventi...: ce lo ha insegnato la pandemia. L'Arca di Noè che cerchiamo si chiama anche Cittaslow...: saliamo dunque sull'arca, promuoviamo e "agiamo" sempre più Cittaslow: questo è l'Augurio per il 2023. Nel testo c'è all'orizzonte una speranza di salvezza, come nei canti dei trovatori provenzali dell'alto medioevo europeo, come nelle saghe palingenetiche del subcontinente indiano o nei miti dell'estremo oriente, in Corea, Cina, Giappone, come nelle profonde tradizioni di comunione con la natura tipica delle culture dell'Africa, Australia e dei nativi americani a tutte le latitudini. Fortunatamente Cittaslow non è solo una speranza ma una realtà, da coltivare ogni giorno come cittadini e come amministratori pubblici: solo così possiamo costruire un futuro di buon vivere e di pace.