gennaio
Luci e ombre del legno
Ogni anno, dal 2002, sull’altopiano del Tesino si celebra un simposio internazionale di scultura lignea che tra la fine di luglio e gli inizi di agosto richiama artisti da tutto il mondo. La competizione anima per una settimana le vie di Castello Tesino e delle frazioni circostanti. Incuriositi ed ammirati i turisti si affollano intorno ai grossi ceppi di legno dai quali piano piano le mani di abili artisti estraggono forme familiari o esotiche. Selezionate da un apposito comitato tecnico – e premiate anche da una giuria popolare - le opere dei vincitori, insieme a quelle di uno scultore affermato, compongono, da dieci anni a questa parte, la mostra itinerante “Luci e ombre del legno”, che testimonia, nelle varie sedi del Centro-Nord Italia in cui fa tappa, il genio creativo dell’uomo e l’eccezionale versatilità della materia prima proveniente dai boschi trentini. La rassegna, che dal 15 gennaio al 17 febbraio sarà a Palazzo Roccabruna, è promossa dal Centro di documentazione del lavoro nei boschi di Castello Tesino. Essa si compone di ventuno opere - figure umane, immaginarie, surreali - che con note di forte intensità plastica raccontano l’immaginario artistico degli scultori. In mostra saranno presenti gli artisti premiati la scorsa estate: Vinzenz Senoner di Santa Cristina (BZ), Dino Damiani di Grignasco (NO),Toni Venzo di Pove del Grappa (VI), Angelo Bettoni di Perloz (AO). A loro si affianca, come ormai tradizione, un maestro trentino di affermata reputazione. Per quest’edizione la scelta è ricaduta su Othmar Winkler, uno dei più rappresentativi scultori regionali del ‘900. Per Palazzo Roccabruna la mostra rappresenta un’iniziativa preziosa per la valorizzazione di un artigianato ligneo che nei suoi esiti di punta assume i contorni di una vera e propria esplorazione artistica alla ricerca dell’intimo rapporto fra uomo, natura e territorio. Dalle montagne del Primiero la mostra “Luci e ombre del legno” si irradia nel resto del Paese in un percorso itinerante che ha come scopo quello di riunire in un’ideale staffetta espositiva spazi artistici e sedi istituzionali dove testimoniare la qualità della materia prima – il legno trentino – e il talento degli artisti.
L’inaugurazione è fissata per giovedì 14 gennaio alle ore 18.00 a Palazzo Roccabruna e sarà allietata da un intervento musicale degli allievi della scuola “Il Diapason” di Trento. La mostra è organizzata dal Centro di Documentazione del Lavoro sui Boschi ed è resa possibile grazie al supporto attivo della Provincia autonoma di Trento, della Regione Trentino-Alto Adige, dei Comuni di Castello Tesino, Pieve Tesino, Cinte Tesino, Bieno, dell’APT Valsugana e grazie alla collaborazione con la CCIAA di Trento.
(P.M.)
Orari
Martedì e mercoledì: 9-12; 14-16
Giovedì e venerdì: 9-12; 14-20
Sabato: 17-20
Ingresso libero
Il percorso espositivo 2016
15 gennaio – 17 febbraio: Trento - Palazzo Roccabruna
5 febbraio – 23 marzo: Verona – Chiesa di San Pietro in monastero
24 marzo – 4 maggio: Dozza (BO) – Rocca Sforzesca
7 maggio – 25 maggio: Monzuno (BO) – Sala civica di Vado
28 maggio – 23 giugno: Borgo Valsugana (TN) – Spazio Klien
25 giugno – 17 luglio Vignola (MO) – Rocca di Vignola
Gli artisti in mostra – estratti critici dai testi di Renzo Francescotti
Othmar Winkler
Nato nel 1907 a Brunico, in Val Pusteria, Winkler è cresciuto in Alto Adige e, in seguito, si è trasferito in Trentino dove ha vissuto e operato per 56 anni, sino alla morte, nel 1999.
Inizia gli studi nella Scuola d’arte di Ortisei. Poi, ad Acqui nella bottega dello scultore gardenese Demetz, ha la fortuna di essere notato dal conte Pellati, che lo convince a trasferirsi a Roma con una lettera di presentazione che gli apre le porte dei salotti più importanti della capitale. Finirà col diventare lo scultore ritrattista di moda, scolpendo i ritratti di molti gerarchi e dello stesso Mussolini. Poi, ribelle e litigioso come è sempre stato, nel 1937, alla fine di una personale, buttò i gessi dalla finestra scappando in Norvegia dove conoscerà Munch. Arriverà a Trento in piena guerra nel 1943, lavorandovi in anni di fame. A Roma il giovane scultore sudtirolese aveva frequentato per tre anni l’Accademia, scoprendo la civiltà artistica mediterranea, studiando la scultura greco-romana cui si ispirerà in molte sue opere, guardando al Sud classico oltre che al Nord gotico ed espressionista.
Le sculture della mostra itinerante, realizzate tra il 1968 e il 1974 (tranne il crocifisso incompiuto del 1945) esprimono il bipolarismo winkleriano; la potenza drammatica gotico-espressionistica da una parte e l’attrazione per il mondo degli eroi omerici e dell’armonia classica dall’altra.
Vinzenz Senoner
Alla sua prima partecipazione al Simposio nel 2009, il gardenese di Santa Cristina Vinzenz Senoner (classe 1962) vinse il terzo premio con l’opera “Il primo amore”, una scultura di notevole freschezza e penetrazione.
L’anno dopo Senoner si ripresentò scalando un posto in classifica, piazzandosi secondo con “Ricordo del passato”, opera delicata e struggente di una ragazza che si guarda allo specchio. Vinzenz lasciò passare cinque anni prima di ripresentarsi al Simposio del Tesino, nel frattempo maturando ulteriormente nello stile e nella tecnica, preparandosi a vincere con impegnativi allenamenti. E vittoria fu, nel 2015, con “In attesa della vita”. La scultura con cui Vinzenz ha vinto si ispira esplicitamente alla torinese Isabella Corni, vincitrice del primo premio nel 2011 e tre anni dopo morta a 38 anni – incinta - in un incidente stradale nei pressi di casa. Senoner è l’artista che raffigura con la sgorbia il quotidiano, riuscendo però sempre ad evitare il cronachismo grazie alla penetrazione intimistica nella coscienza e nella memoria, attraverso lo scatto lirico e l’empatia (in un tempo di aridità come è il nostro) con gli esseri umani.
Dino Damiani
Damiani è nato tra le novaresi colline di Grugliasco, ha studiato cinque anni sotto la guida di Arturo Farinoni e di Lino Tosi; più tardi ha frequentato lo studio di Peppino Sacchi, scultore novarese di Gozzano. Esordendo al Simposio nel 2014, piazzandosi secondo, il piemontese ha poi replicato lo stesso gradino del podio l’anno seguente con la scultura “L’ albero della vita”. In essa, come dal giudizio della giuria,“inserisce una figura femminile nella tipica posa di riposo dello yoga, in una sapiente geometria architettonica. Nella parte alta i stagliano le mani che germogliano arboscelli e foglie unitamente ad altri elementi vegetali che esprimono la forte continuità fra la vita umana e quella vegetale, mentre nella parte inferiore viene rappresentato il fecondo grembo della terra madre.”
I sui personaggi femminili che evocano atmosfere gotiche, sono di norma avvolti in tuniche o lunghe vesti, elegantemente essenzializzate sino ad abolire le braccia a favore di un’estrema stilizzazione, cifra che contraddistingue questo artista.
Toni Venzo
Nato a Pove del Grappa, sostanzialmente autodidatta, Venzo ha iniziato lavorando l’argilla. In seguito si è innamorato del legno, materiale con cui ha realizzato le sue cose migliori. E’ un artista istintivo, eclettico e soprattutto superattivo. Le sue esposizioni - anche all’estero - personali e collettive, le partecipazioni a Simposi non si contano.
Le sue sculture sono immerse in un flusso, in correnti d’aria che sembrano non acquietarsi mai. Sono figure femminili stilizzate, con le chiome eternamente mosse, in indumenti che aderiscono alle movenze flessuose, pennacchi come fiamme, lingue di fuoco nel vento: figurazioni dominate dalle linee ellittiche, serpeggianti (evidenti le derivazioni dal Liberty). Il tutto espresso nel materiale ligneo lavorato plasticamente, un eterno panta rei.
Angelo Giuseppe Bettoni
Bettoni è nato a Carema e risiede Perloz, in Val d’Aosta. La sua passione innata per la cultura e per l’arte ha trovato sbocco solo in età matura. Dal suo paese di mezza montagna a Gressoney Bettoni sale al villaggio di Chemp, un bastione naturale a precipizio sul fiume Lys, dove tra le baite sono ambientate fantasticamente opere sue e dei suoi amici. Le sue sculture in legno sono supportate da una tecnica magistrale, tanto più sorprendente se si tiene conto che non ha frequentato nessun istituto d’arte, nessuna accademia. Il suo è un dono naturale ben descritto nel catalogo “Il vento nel legno” in cui Cristiano Accornero scrive: “sono forme che, invece che nel legno, si è comunemente abituati a concepire nel marmo o lavorate nella plastilina; bellissima e leggera tra queste Vento portami via, di pregevole e complessa realizzazione, per la sua sottigliezza e per l’aerea inarcatura del busto.”
Organizzazione e ideazione
Centro documentazione del Lavoro nei Boschi – Castello Tesino
Progetto a cura di
Gabriele Bertacchini
Remo Tomasetti
Con il supporto di
Provincia autonoma di Trento
Regione Trentino-Alto Adige
Comune di Castello Tesino
Comune di Pieve Tesino
Comune di Cinte Tesino
Comune di Bieno
Azienda per il turismo Valsugana
Comunità Valsugana e Tesino
Patrocini
Regione Emilia Romagna
Comune di Dozza (BO)
Comune di Monzuno (BO)
Comune di Vignola (MO)
Comune di Borgo Valsugana (TN)
PEFC Italia
Sito internet della manifestazione