2011
mercoledì
ottobre
12

La ‘pecora con gli occhiali della Val di Funes’ diventa presidio Slow Food. Un’altra eccellenza della Valle Isarco

Ha gli occhiali, ma non perché ci vede poco… E’ la Villnösser Brillenschaf (letteralmente ‘pecora con gli occhiali della Val di Funes’), la razza ovina più antica dell’Alto Adige, che da questo settembre ha ottenuto il Presidio dalla Fondazione Slow Food per la Biodiversità. Ha il vello bianco ma si distingue per le chiazze nere tutt’attorno agli occhi e per la testa senza corna e senza lana... ecco perché ‘pecora con gli occhiali’.

 La Villnösser Brillenschaf si è sviluppata nel Settecento da un ceppo locale altoatesino della pecora "Kärntner Brillenschaf" austriaca, che deriva da un incrocio tra la vecchia razza locale Landschläge con la pecora bergamasca e la pecora da seta padovana, la Paduaner Seidenschaf. Come altre razze locali rustiche è sfuggita negli anni '30 del secolo scorso alle politiche di miglioramento delle razze di interesse alimentare che imponevano di sostituire le razze autoctone con altre internazionali più produttive. Con passione gli allevatori locali l'hanno testardamente custodita. Ne sono rimasti circa 2400 capi adulti in tutto l'Alto Adige, di questi circa 1800 sono femmine che partoriscono ogni anno circa 2500 agnelli. Fino agli anni '60 tutti allevavano la razza Villnösser, oggi solo tre degli allevatori iscritti all'associazione di razza lavorano esclusivamente la terra, tutti gli altri allevano e coltivano piccoli appezzamenti come occupazione secondaria. A Funes, la zona di origine, quindici anni fa erano rimaste solo 150 pecore, oggi sono aumentate a 600 capi grazie al lavoro tenace di Günther Pernthaler, il tecnico di razza, e prima di lui, di Johann Messner, ex sindaco di Funes e grande appassionato di questa razza, che hanno lavorato al recupero genetico. Hanno ottenuto la pubblicazione del registro anagrafico, conservato presso la Federazione Zootecnica Alto Adige a Bolzano e l'iscrizione della razza tra quelle a rischio di estinzione, che dà diritto a contributi annuali per gli allevatori al fine di conservarla e riprodurla. E oggi con il marchio del Presidio Slow Food un altro importante passo è stato fatto.  

Oggi sono circa un’ottantina gli allevatori, riuniti in associazione e distribuiti nella Val di Funes, quieta valle laterale della Valle Isarco con le maestose cime delle Odle all’orizzonte. Ciascuno alleva poche decine di capi con grande passione. É una pecora robusta, di altezza media. La sua carne è di grande qualità, grazie all’alimentazione naturale fondata sull’erba dei pascoli e sui fieni locali. Carne molto tenera di sapore equilibrato e con una lieve nota di selvaggina, ricca pure sotto il profilo nutrizionale di vitamine, proteine e minerali, con bassa presenza di grassi. Da sottolineare che anche la qualità della lana è ottima.     

Dalla metà di maggio fino alla metà di settembre le 600 pecore della valle ‘abitano’ in gregge nell'alpeggio Ochsengarten, a 1950 m di altitudine, poi scendono a valle e brucano l'erba dei prati fino a quando non arriva il freddo; sono quindi ricoverate nella stalle per tutto l'inverno. Due ristoratori e un commerciante locali (Stefan Unterkircher, Kurt Niederstätter e Oskar Messner), riuniti nella società Furchetta (www.furchetta.it), si occupano della distribuzione delle carni ai ristoranti. Ai tre fondatori si è aggiunto poi un norcino di Varna, Werner Amort, che segue la lavorazione delle carni per la produzione di salumi, come gli ‘affumelli’ costituiti per il 75 % di agnello e per il 25% di manzo, il prosciutto d’agnello al 100% e il prosciutto di sella d’agnello alle erbe. La carne di agnello è disponibile tutto l’anno, tranne nel periodo estivo quando le pecore sono in alpeggio.

Sotto il marchio Furchetta c’è anche il proprietario e cuoco del Pitzock di San Pietro in Val di Funes (www.pitzock.com), trattoria moderna dove è possibile gustare la carne Villnösser Brillenschaf cucinata in maniera sia tradizionale sia creativa.