2016
venerdì
marzo
18

Santarcangelo di Romagna (RN) - Santarcangelo festeggia San Giuseppe con “La vègia dla fugaròina: sal tègi, al pìdi e i bàl tl’èra”

Santarcangelo di Romagna

Alle 18 la presentazione del progetto “AmarMET”

Venerdì 18 marzo Santarcangelo festeggia San Giuseppe con “La vègia dla fugaròina: sal tègi, al pìdi e i bàl tl’èra”: al Museo Etnografico la focarina con veglia, cena, balli e altro ancora.

Si parte alle 18 con la presentazione di“AmarMET”, il progetto nato con l’obiettivo di promuovere la conoscenza dei beni rurali santarcangiolesi fra paesaggio culturale e paesaggio agricolo, attraverso la valorizzazione del Museo Etnografico (MET). A seguire Mario Turci, direttore dell’Istituto dei Musei Comunali, condurrà un dialogo su “Il senso della focarina nella tradizione”, un approfondimento sulle tradizioni popolari legate appunto ai fuochi di marzo.

A partire dalle 19,30 l’iniziativa prosegue nel cortile del museo con una veglia conviviale attorno al fuoco, alimentato in grandi bracieri ideati e creati dagli artisti della Mutoid Waste Company. Ad accompagnare la veglia, sarà possibile assaggiare varie specialità culinarie, tra cui la pizza di Quirino D'Angelo, preparata con un forno in terra cruda e la piada cotta sulle tipiche teglie di Montetiffi realizzate da Maurizio Camilletti (chi lo desidera può portare da casa il proprio impasto di piada, che verrà steso e cotto direttamente sulle teglie). Allieteranno la serata i “Balli nell’aia”, melodie e balli folkloristici a cura del gruppo di musica etnica e tradizionale “Uva Grisa”. 

AmarMET – (Mi rimetto in dialetto locale) nasce dalla collaborazione tra Fo.Cu.S. (Fondazione Culture Santarcangelo) e l’associazione “Espressione a 512 gradi” con il contributo dell’Assessorato alle politiche giovanili del Comune di Santarcangelo e partecipa al bando IBC “Giovani Per il Territorio” (II Edizione) della Regione Emilia Romagna. Il progetto ha obiettivo di diffondere la cultura del recupero, riacquisizione e rigenerazione del territorio agricolo, inteso come radice storica, antropologica, ecologica da cui ha origine l’identità culturale. Va dunque in questo senso la valorizzazione del Museo Etnografico di Santarcangelo, in quanto bene culturale di presidio dei beni materiali e immateriali, detentore della saggezza e dei saperi contadini – come guide agricole e sociali – rivitalizzati da un naturale impulso alla sostenibilità e allo sviluppo di comunità non solo in termini “conservativi” e “tutelativi”, ma traccia con cui riprogettare la pianificazione agricola